Nel 2010, su iniziativa anche di questa Organizzazione Sindacale per il tramite di uno Studio Legale, sono stati presentati alcuni ricorsi collettivi al T.A.R. del Lazio, ai dell'accertamento del diritto al doppio buono pasto giornaliero, da parte di numerosi appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Successivamente,

nel 2011, il T.A.R. nell'accogliere la suddetta domanda, ha condannato il Ministero della Giustizia – D.A.P. - al pagamento di somme per i doppi buoni pasti non elargiti ai medesimi ricorrenti nel periodo dal 4 maggio 2005 all’1 gennaio 2009 e, stante il mancato adempimento da parte del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, i ricorrenti hanno proposto il giudizio di ottemperanza, poi accolto nel 2012 da parte del medesimo Tribunale Amministrativo Regionale.

Ciò nonostante, l'Amministrazione, anche a seguito delle precitate sentenze di ottemperanza, non ha comunque provveduto al pagamento delle somme dovute ai ricorrenti e gli stessi si sono visti costretti ad inoltrare istanza ex art. 114, comma 6, c.p.a. (così detto “incidente d'esecuzione”).

Nel 2013, quindi, il T.A.R. del Lazio con propria sentenza ha ribadito l'ordine ad adempiere impartito in sede di ottemperanza ed ha, nel contempo, nominato quale commissario ad acta l’allora direttore dell'Ufficio centrale del Personale e della Formazione dott. Riccardo Turrini Vita, fissando, a titolo di sanzione, per l'ulteriore inadempimento, la somma di euro 5,00 per ciascun ricorrente e per ciascun giorno di ritardo nel pagamento, a decorrere dal 30 ottobre 2013.

L'Amministrazione ha successivamente ottemperato solo parzialmente all'ordine del T.A.R. ed i ricorrenti con atto di diffida, in data 14/4/2015, hanno dovuto nuovamente sollecitare l'Amministrazione a liquidare tutti gli importi loro spettanti.

Alche' l'Amministrazione (con nota del 18/5/2015 n. prot. 6631 direzione del Centro Amministrativo G. Altavista) ha dettagliatamente ricostruito i periodi non liquidati ad alcuni ricorrenti, ma - con assoluto stupore dei diretti interessati - ha ritenuto di non dover corrispondere alcuna somma, motivando che gli uffici presso i quali avevano prestato servizio i medesimi ricorrenti "avevano una gestione autonoma della quale non è rimasta traccia agli atti": in pratica l'Amministrazione ha ostinatamente non ottemperato all'ordine dei Giudici, impartito con ben 3 sentenze per un unico procedimento.

Il Tar del Lazio, in data 31 gennaio 2017, nel decidere i summenzionati e rinnovati incidenti di esecuzione ha rilevato che: “…. si era già pronunciato due volte in sede di ottemperanza e in senso favorevole ai ricorrenti, provvedendo anche alla nomina del commissario ad acta e alla comminatoria di una sanzione per l'ipotesi di perdurante inadempimento”; “rilevato che i due incombenti istruttori posti dalla Sezione a carico del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria con ordinanze.........non hanno avuto esito” ed ha per l'ennesima volta ordinato all'Amministrazione (4° sentenza, fra le altre sent. n. 1659/2017) di corrispondere ai ricorrenti tutte le somme loro spettanti alla luce dei predetti titoli, incluso l'importo maturato, a titolo di penale, dal 30 ottobre 2013 (Euro 5 al giorno).

Il citato Tribunale ha, anche, deliberato in ordine a: “ per l'ipotesi di ulteriore inadempimento dell'Amministrazione, in ordine sia alla nomina di un diverso commissario ad acta (attuale dott. Riccardo Turrini Vita) che alla trasmissione del fascicolo alla competente Procura della Corte dei Conti per la valutazione dell'eventuale danno erariale”.

In conclusione ed ad oggi, fermo restando il riconoscimento delle somme oggetto dei ricorsi l'importo maturato a titolo di penale da ciascun ricorrente (dal 30 ottobre 2013) ammonta a circa €.5.850,00= per un totale accertato che esubera gli €.50.000,00=.

Al riguardo e fremo restando il “danno” nei confronti dei ricorrenti anche perché costretti ad innumerevoli interventi in sede giurisdizionale, sarebbe opportuno comprendere di quanto gli inerti Organi del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria riterranno debba ulteriormente crescere il predetto importo, sospettandosi che per molto tempo ancora non si provvederà ad alcuna liquidazione, a dimostrazione delle molteplici incapacità organizzative e gestionali in essere, da oramai troppo tempo, presso la predetta amministrazione .

In ordine a quanto sopra, si resta, quindi, in attesa di conoscere le determinazioni che la S.V. On.le e il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, per quanto di rispettiva pertinenza, riterranno utile adottare anche al fine di mitigare i danni derivanti dall’inerzia e dallo scarso senso di responsabilità di cui si è detto.